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Non sono mica matto!

  • Immagine del redattore: Soraya La Corte
    Soraya La Corte
  • 19 ago 2019
  • Tempo di lettura: 3 min



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Quando viene consigliata una consulenza psicologica, una delle risposte più frequenti è: “Io? Dallo psicologo? Ma non sono mica matto!”.

È opportuno partire da un presupposto, andare dallo psicologo non implica essere matti. Bisogna però prendere atto che, nell'opinione comune, ci sono ancora molti pregiudizi e scarsa informazione. Chi è lo psicologo? Di cosa si occupa? Quali sono le sue aree di intervento? Uno dei vari ambiti di applicazione della psicologia è proprio questo. L’informazione.


È necessario avvicinare le persone a questa disciplina, per spiegare loro che gli psicologi non sono coloro che leggono nella mente, che traggono conclusioni affrettate al posto dei pazienti, che indicano massime di comportamento da seguire per ottenere la vita perfetta.


Essi sono professionisti nel campo della salute che promuovono il benessere e accompagnano gradualmente la persona verso una maggiore consapevolezza di sè stessa, esplorando i limiti e implementando le potenzialità.

Allora perché è così difficile accettare di rivolgersi a uno psicologo? Diciamo che, nella stessa misura in cui se si avverte un malessere fisico, organico, si sente la necessità di recarsi dal medico, in caso di una qualsivoglia problematica psichica, emotiva, un evento di vita che scombussola gli equilibri e chi più ne ha più ne metta, bisognerebbe riflettere su questa opportunità: un consulto di tipo psicologico.


Mente e corpo vanno di pari passo, non sono entità slegate. La prima non esiste senza un elemento fisico, il cervello, ed esso alimenta l’attività pensante. In questa direzione si può constatare una gran diffusione di evidenze neuroscientifiche, studi paralleli tra neurologia, neurofisiologia, psichiatria, psicologia, tecniche di neuro imaging e ricerche psicologiche. Ma torniamo al cuore del discorso: quindi, lo psicologo, cosa fa? Innanzitutto, il suo scopo non è quello di etichettare le persone. Vediamo di fare un po’ di chiarezza rispondendo ad alcune domande che mi vengono poste frequentemente in studio!



Chi è lo psicologo?


Un po’ di storia. Quella dello psicologo è una professione sanitaria a tutti gli effetti, e nasce, di fatto, il 18 febbraio 1956 con la Legge n.56. Egli si occupa principalmente di “uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.” (art.1).



Di cosa si occupa?


Lo psicologo si occupa soprattutto dei processi mentali, della sfera affettiva e di quella relazionale della persona, lavorando attraverso la relazione che si co-costruisce con il paziente. Gli obiettivi sono il miglioramento del benessere, lo sviluppo delle risorse potenziali del paziente, favorire il cambiamento in senso positivo, accrescere la consapevolezza e promuovere la qualità della vita in un’ottica bio-psico-sociale.



Come?


Lo strumento principe è il colloquio psicologico. Talvolta egli può avvalersi di strumenti ausiliari quali test psicologici e questionari, validati e a carattere scientifico.


In quali contesti opera?


Si è abituati a pensare alla più diffusa delle aree di pratica professionale: quella clinica. Rimanda all’immagine dello studio del libero professionista in cui si affrontano, ad esempio, problemi di tipo psicopatologico. La clinica è senza dubbio un'area affascinante, ma è importante sapere che non è l'unica! Ad esempio lo psicologo del lavoro opera all’interno delle aziende, ma vi sono anche la psicologia scolastica, del marketing, l’ambito giuridico-forense, il settore penitenziario, l’orientamento e la formazione, la psicologia dello sport, della salute, quella militare, del turismo, dell’emergenza, di comunità, la neuropsicologia e molte altre. Insomma, psicologi ovunque.



Consulenza e sostegno psicologico, quali differenze?


La consulenza psicologica è un’attività di ascolto, definizione e valutazione di un problema specifico. Consente di sostenere e motivare la persona nell'esplorazione delle sue difficoltà, al fine di promuovere le capacità di scelta, problem-solving e cambiamento.

Il supporto psicologico è un sostegno continuo all'interno di un intervento ben definito al fine di migliorare la qualità della vita della persona nei diversi contesti. Include la valutazione dei bisogni, delle risorse, delle capacità di autodeterminazione, dei punti di forza e di debolezza. Può seguire a un intervento riabilitativo per rinforzare i risultati ottenuti e si rivela particolarmente opportuno nelle condizioni croniche.



Che cos’è la valutazione psicodiagnostica?


Essa consiste in un processo strutturato di indagine e analisi del comportamento, dei processi cognitivi e intrapsichici, delle opinioni e degli atteggiamenti, dei bisogni e delle motivazioni, delle interazioni sociali, dell'idoneità psicologica a svolgere determinati compiti. Consiste nel colloquio psicologico e nella somministrazione di test psicologici.



E il counselling?


È una tecnica utilizzata dagli psicologi, un processo di consulenza caratterizzato dall’ascolto attivo, dalla capacità di definizione del problema, dalla valutazione psicologica, dall’empowerment e dall’eventuale formulazione di una diagnosi. Essa richiede il possesso di competenze adeguate, maturate durante un lungo percorso di studi e formazione sul campo. Per approfondimenti clicca qui.

Che differenza c’è tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra e psicoanalista?

Per queste informazioni rimando il lettore all’articolo pubblicato in precedenza sul Blog.


 
 
 

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